Un atto di crudeltà e disperazione
Quella notte i tacchi di Elena affondavano nel fango mentre correva verso il fiume. L’uomo assunto da sua madre la tallonava, i suoi respiri pesanti sempre più vicini.
Aveva pagato profumatamente per trasformare una fuga in un “incidente”. Un corpo in acqua, qualche lacrima di circostanza, e lo scandalo sarebbe svanito nel silenzio per il dolore di una famiglia.
Sara lo seppe istintivamente quando vide i lividi a forma di impronte sul collo di Elena. Ma in quel paese, nel ’92, la verità valeva meno del buon nome dei Conti.
L’anello divenne così la sua condanna muta: indossare per sempre la prova di un amore che era costato una vita.