L’arte della sopravvivenza
Sara imparò a muoversi come un’ombra in quella casa. Calcolava i passi della signora V. dal rumore delle sue scarpe sul parquet, puliva con movimenti rapidi quando sentiva avvicinarsi i suoi tacchi affilati. Ogni stanza diventava un campo minato da attraversare con il fiato sospeso.
Si specializzò nei lavori invisibili – quelle pulizie che non attiravano l’attenzione. Lucidava gli angoli più remoti, spolverava dove nessuno avrebbe controllato. A dodici anni, aveva già sviluppato l’istinto di una fuggitiva, gli occhi sempre in movimento, le orecchie tese a ogni rumore.
Ma per quanto si sforzasse, la violenza era inevitabile. Come quella volta che aveva lasciato per sbaglio un’ammaccatura sull’argenteria… Il ricordo le tornava ancora nelle notti insonni, insieme all’acre profumo del lucido che la signora V. le aveva strofinato in faccia come punizione.