La frattura del destino
Un suono metallico risuonò sull’asfalto mentre Lydia, ancora inginocchiata, fissava l’anello spezzato. Le due metà del cerchio d’oro giacevano separate, la pietra centrale – un piccolo rubino – miracolosamente intatta ma orfana della sua montatura. Le sue dita tremanti raccolsero i frammenti, il cuore che le batteva in gola.
Quell’anello era l’ultimo filo che la legava a Sara. Venticinque anni di carezze inconsce sul metallo levigato, di sguardi rubati alla sua lucentezza nei momenti difficili. Ora era solo un oggetto mutilato, la crepa che lo divideva sembrava correre lungo tutto il suo passato.
Ma mentre si alzava stringendo i pezzi nel palmo, qualcosa attirò la sua attenzione: all’interno della fascia rotta, dove nessuno avrebbe mai guardato, c’era un’incisione microscopica. Una data. E un nome che non era quello di sua madre.
Il vento le scompigliò i capelli mentre realizzava che Sara aveva nascosto un segreto proprio nel posto più ovvio – al suo dito, ogni singolo giorno. E ora, grazie a una banale caduta, la verità stava venendo a galla.